STORIE DAL SUD DELL'ITALIA

La mostra comprende 120 fotografie dedicate al Sud dell’Italia, tema ampiamente rappresentato nelle collezioni del Museo poiché è stato al centro di importanti indagini sociali ed etno-antropologiche condotte da noti maestri della fotografia italiana. Le immagini, realizzate in Calabria, Campania, Puglie, Basilicata, Sicilia, Sardegna, organizzate in 16 nuclei tematici corrispondenti a 15 autori (Letizia Battaglia, Antonio Biasiucci, Carmelo Bongiorno, Mario Cattaneo, Mario Cresci, Luciano D’Alessandro, Mimmo Jodice, Uliano Lucas, Lello Mazzacane, Carmelo Nicosia, Federico Patellani, Tino Petrelli, Francesco Radino, Marialba Russo, Ferdinando Scianna),rintracciati in 4 fondi fotografici, datano dal secondo dopoguerra ai primi anni Novanta, e toccano temi come la vita rurale, il lavoro in miniera, la tradizione religiosa, il culto dei morti, l’emarginazione sociale e il degrado urbano, la mafia, la disoccupazione, i bambini, vere icone del Sud, gli oggetti della cultura popolare, il paesaggio marino. La mostra è stata pensata anche in relazione alla città che ospita il Museo, Cinisello Balsamo, città dell’hinterland milanese fortemente investito dal processo di industrializzazione durante il “boom” economico, e dalla massiccia immigrazione dal Sud che ne ha determinato l’attuale identità.
Letizia Battaglia (Palermo, 1935) è fotogiornalista dalla fine degli anni Sessanta, narratrice delle miserie e degli splendori di Palermo, nota a livello internazionale per il suo impegno contro la mafia e per i diritti civili. Nel 1985 ha ricevuto, insieme a Donna Ferrato, il Premio Eugene Smith.
Antonio Biasiucci (Dragoni-Caserta, 1961) approfondisce con immagini assai dense e simboliche anni alcuni temi legati alla memoria e alla cultura del Sud dell’Italia e più in generale dell’antichità, dai culti ai manufatti al paesaggio vulcanico, fino a toccare gli elementi primari dell’esistenza.
Carmelo Bongiorno (Catania, 1960) è fotografo e docente. Il suo lavoro si basa su un utilizzo emotivo e sentimentale dei codici della fotografia, sia in bianco e nero sia a colori, in un costante dialogo con la musica, la pittura, il video, nella direzione di una trasfigurazione della realtà.
Mario Cattaneo (Milano, 1916 – India, 2004) è un fotografo appartenente a quella generazione che nella seconda metà del Novecento ha trovato nell’ambiente dei circoli fotoamatoriali un luogo di espressione e di dibattito sulla fotografia. Ha lavorato sul reportage sociale e di costume e sul ritratto.
Mario Cresci (Chiavari, 1942) è fotografo, graphic designer, docente. Uno degli autori più innovativi della fotografia italiana, lavora tra disegno, fotografia, video, installazione, applicando la cultura del progetto a ogni tipo di linguaggio visivo e costruendo sempre nuove esperienze di tipo didattico.
Luciano D’Alessandro (Napoli, 1933) è uno dei mastri del reportage italiano. Diventa fotogiornalista nei primi anni Cinquanta collaborando con importanti testate italiane e straniere. Indaga temi importanti come il lavoro, le condizioni d vita degli strati più poveri della società, la ritualità religiosa, in Italia, Europa, stati Uniti, Cuba Russia.
Mimmo Jodice (Napoli, 1934), per anni docente all’Accademia di Belle Arti di Napoli, punto di riferimento per la cultura del Sud, è un maestro della fotografia italiana riconosciuto a livello mondiale. Studia il paesaggio, l’architettura storica e contemporanea, i miti della classicità e del Mediterraneo.
Uliano Lucas (Milano, 1942) è uno dei maggiori fotogiornalisti italiani. Grande indagatore dei problemi della società contemporanea e studioso della storia del reportage, ha lavorato per i maggiori giornali e per organizzazioni di volontariato, intrecciando professione e impegno civile.
Lello Mazzacane (Napoli, 1950), per anni docente di Storia delle Tradizioni popolari all’Università di Napoli Federico II, tra i fondatori delle visual anthropology, dai primi anni Settanta si dedica alla ricerca etnografica e antropologica soprattutto in Campania, con particolare attenzione alla fotografia e agli strumenti audiovisivi.
Carmelo Nicosia (Catania, 1960), oltre che fotografo è direttore della scuola di fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Vicino alla antropologia visuale, lavora sul tema della memoria e del rapporto dell’uomo con la storia, non solo con la fotografia ma anche con i nuovi media.
Federico Patellani (Monza, 1911 – Milano, 1977) è uno dei maestri del fotogiornalismo italiano riconosciuto a livello europeo. Colto e raffinato narratore, ha testimoniato il paese nel dopoguerra, la ripresa economica, il costume, la vita culturale, lavorando anche nel cinema.
Tino Petrelli (Fontanafredda-Pordenone, 1922 – Piacenza, 2001) è uno dei grandi reporter italiani. Attivo dalla fine degli anni Trenta presso l’agenzia Publifoto, ha documentato importanti temi della società italiana, come la guerra, la ricostruzione, il boom economico, la questione meridionale.
Francesco Radino (Bagno a Ripoli-Firenze, 1947) si dedica alla fotografia dopo studi di Sociologia. Uno dei maggiori fotografi italiani contemporanei, lavora sull’industria, sulla città, sugli oggetti, sugli animali, sugli elementi della natura, cercando storie umane nel paesaggio.
Marialba Russo (Giugliano-Napoli, 1947) esordisce con ricerche di tipo socio-antropologico dedicate a riti religiosi e feste popolari dell’Italia meridionale. Con la fine degli anni Ottanta sposta la sua attenzione su un linguaggio di natura più intima e analitica che la portano a indagare luoghi e situazione in una delicata e misteriosa chiave autobiografica.
Ferdinando Scianna (Bagheria, Palermo, 1943) è fotografo, giornalista, scrittore. Membro dell’agenzia Magnum, sottile indagatore della cultura del Sud e dei comportamenti umani, attivo anche nel campo della moda, è riconosciuto come uno dei più importanti fotografi sociali in Europa.
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